La distruzione del Tempio, un popolo deportato in catene, una lotta di potere e supremazia: la nuova coraggiosa produzione areniana racconta la vicenda biblica attraverso le immagini del ‘900 e la collaborazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
La rappresentazione è dedicata alla memoria di Attilio Colonnello, regista
e scenografo areniano
Nabucco
giovedì 26 agosto ∙ ore 20.45
Arena di Verona
“Oh, mia patria sì bella e perduta…” Nabucco Parte III, 2021 ©Foto Heads
Collective/Fondazione Arena di Verona
Giovedì 26 agosto va in scena la settima e penultima rappresentazione di Nabucco, capolavoro giovanile di Verdi e dramma corale tra i più amati. Nel prestigioso cast internazionale debutta Maida Hundeling come perfida
Abigaille. Il nuovo allestimento riporta alla luce la vicenda del dramma corale narrato da Solera e Verdi: la storia di un popolo assediato, deportato in schiavitù in terra nemica e lì condannato a morte, come avvenuto anche negli anni ’40. Senza alterare la musica, Nabucco torna quindi a coinvolgere e commuovere, grazie anche agli eccezionali
cantanti-attori, all’Orchestra e al Coro diretti dal M° Daniel Oren.
Come protagonista torna il baritono Amartuvshin Enkhbat, già acclamato nella serata inaugurale ripresa da RaiTv e prossimo al debutto a Londra e Madrid nel ruolo del re assiro Nabucco. Con lui torna il basso polacco Rafał
Siwek come Zaccaria, guida del popolo ebraico insieme ad Ismaele, interpretato dal tenore Riccardo Rados; il mezzosoprano Annalisa Stroppa interpreta Fenena, figlia del tiranno che però si converte all’ebraismo, il
baritono Nicolò Ceriani (Gran Sacerdote di Belo pronto a sostenere Abigaille per spodestare Nabucco), Carlo Bosi (Abdallo, ufficiale fedele a Nabucco) ed Elena Borin (Anna, sorella di Zaccaria). Per quest’unica data, il soprano
tedesco Maida Hundeling veste i panni di Abigaille, figliastra di Nabucco e donna fatale del dramma, nonché ruolo dalla vocalità tra le più difficili di tutto il repertorio operistico. Daniel Oren dirige l’Orchestra della
Fondazione Arena e il Coro preparato dal maestro Vito Lombardi. Un’occasione imperdibile per lasciarsi emozionare dalla grande Opera all’Arena di Verona in una forma insolita ma non meno vera. Lo spettacolo coinvolge solisti,
Ballo, mimi e figuranti nel nuovo allestimento realizzato dal team creativo areniano in collaborazione con D-wok per le scenografie digitali e con immagini provenienti dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della
Shoah di Ferrara, ambasciatore di Bellezza e soprattutto testimone concreto dei frammenti di Storia rappresentata.
La rappresentazione di giovedì vuole anche ricordare il recentemente scomparso Attilio Colonnello (1930-2021), pittore, scenografo, costumista e regista che ha firmato alcune delle più importanti produzioni della storia
areniana dal 1962 al 1986. Proprio come scenografo di Nabucco esordì all’Arena di Verona, dove curò ben sedici titoli, ricoprendo anche la carica di direttore allestimenti, per poi riprendere la libera professione dalla
Scala al Metropolitan e tornando infine con due memorabili opere-kolossal: I Lombardi alla prima crociata (1984) e Andrea Chénier (1986). Alla sua vita per il Teatro e l’Opera e al suo alto esempio artistico fiorito anche a
Verona, Fondazione Arena e i suoi lavoratori dedicano questa serata del capolavoro verdiano.
Biglietti disponibili a partire da 23 euro. Ultima rappresentazione:
mercoledì 1° settembre, ore 20.45
La grande opera all’Arena prosegue col ritorno di Aida (venerdì 27) e
Turandot (sabato 28 agosto).
Dal 6 agosto, per l’accesso all’Arena di Verona si applicano gli obblighi
di legge che prevedono l’EU Digital Covid Certificate (“Green Pass”) o altra
certificazione. Tutti i dettagli sono disponibili sul sito web all’indirizzo
<https://www.arena.it/it/arena-di-verona/info-covid>
https://www.arena.it/it/arena-di-verona/info-covid
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