25 Novembre 2024

Zarabazà

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IL VIAGGIO DEL PRINCIPE, STORIA DI ACCETTAZIONE E INCLUSIVITÀ

DAL 16 SETTEMBRE AL CINEMA

UN FILM DIRETTO DAL MAESTRO DELL’ANIMAZIONE JEAN-FRANÇOIS LAGUIONIE INSIEME A XAVIER PICARD  

Dopo la presentazione in anteprima italiana al Pesaro Film Festival Circus, nuova sezione della Mostra Internazionale del Nuovo CinemaIl Viaggio del Principe, diretto dal maestro dell’animazione Jean-François Laguionie insieme a Xavier Picard, uscirà nelle sale italiane giovedì 16 settembre, distribuito da Pier Francesco Aiello per PFA Films ed Emme Cinematografica 

Il Viaggio del Principe è un “sequel senza essere un sequel” di Scimmie come noi, opera di Laguionie del 1999, in quanto ambientato nello stesso universo popolato da scimmie antropomorfe che ripropone il personaggio del Principe, ma in una storia autonoma che racconta l’incontro del vecchio Principe col giovane Tom e la scoperta di una nuova civiltà scimmiesca molto evoluta che però non è così perfetta come appare.

La storia è quella di un  vecchio Principe che  si arena sulla spiaggia di un paese sconosciuto. Il giovane Tom, lo scopre. Il naufrago è accolto dai suoi genitori, scienziati banditi per aver affermato che esistono altri popoli (altre civiltà scimmiesche), e scopre pian piano una sontuosa città dotata di tecnologie ai suoi occhi molto avanzate come l’elettricità e il lavoro in fabbrica. Ma presto scopre i limiti di questa città ideale, i cui abitanti sono convinti di essere gli unici esseri civili al mondo… Intanto la coppia di ricercatori sogna di convincere l’Accademia della veridicità del loro tesi precedentemente rifiutata …

Un film di cui è stato elogiato l’alto valore artistico, ma anche la sua importanza didattica per il pubblico dei più piccoli e dei più grandi, in quanto tratta con sensibilità temi molto attuali come l’accettazione dell’Altro e il rapporto tra uomo e natura, proponendosi come un vero e proprio manifesto antirazzista e ecologista.

Un valore riaffermato dagli autori che hanno spiegato come l’animazione fosse per loro la scelta più sensata per raccontare la paura del “diverso” potendo produrre uno scarto dalla realtà che permette di raccontare un tema così delicato attraverso una dimensione poetica. Un’opera visivamente accuratissima, tanto nel design dei personaggi, quanto nei particolari che riempiono lo schermo e che ha richiesto due anni e mezzo di lavoro e un team di oltre 150 persone. Alla su riuscita contribuisce in maniera decisiva anche la musica di Christophe Héral perché, come ha raccontato Picard, permette di raccontare la storia aggiungendovi un ulteriore livello emotivo, a volte anche attraverso il contrasto con le immagini, raggiungendo, grazie all’utilizzo di un’orchestra sinfonica, quello che ha definito un “suono puro”.