La verità non esiste, oppure come diceva il mio professore di filosofia, è una risposta.
Ecco, una verità è che ci siamo rotti del perenne rischio del baratro, di questo “incerto” su tutto che ci costringe a navigare fluttuanti nella vastità, ad appigliarci a qualunque cosa, che però viene meno e ci abbandona sempre e siamo costretti a guardare verso l’alto; è la nostra natura, ma la sentiamo avversa. La piattezza della quotidianità dell’uomo borghese attira e seduce, la mollezza di illusorie sicurezze è un esito gradevole e a misura, anche a costo dell’estinzione dell’essere umano.
Bruciamo dentro dal desiderio di trovare un punto solido per le nostre cuspidi infinite, ma sempre la crepa, sempre l’abisso.
Disinteressati alle nostre origini e anche al nostro futuro, abbiamo barattato il miglioramento in spirito per quello fisico.
E non è più Dio a creare l’uomo, ma l’uomo che crea Dio.
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