Domani (25 ottobre) alle 18, nella sede dell’ex Palazzo delle Poste di Caltanissetta, sarà inaugurata la mostra “La Città Aurea. Urbanistica e Architettura a Caltanissetta negli anni Trenta”, curata dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Caltanissetta.
Alla cerimonia saranno presenti il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, la dirigente generale dei Beni culturali Mariella Antinoro e la Soprintendente dei Beni culturali e ambientali di Caltanissetta, Daniela Vullo.
L’esposizione, che è partita da Catania alla fine del 2019, sta interessando tutte le province, in un progetto che intende approfondire il tema delle trasformazioni nel tessuto urbanistico e architettonico della Sicilia nel periodo a cavallo tra le due guerre. Caltanissetta rappresenta il settimo appuntamento dopo quelli di Catania, Agrigento, Ragusa, Enna, Trapani e Messina.
«Aggiungiamo, con vero piacere, l’ennesima tappa a questa pregevole rassegna itinerante – afferma il presidente Musumeci – che toccherà tutti i capoluoghi di provincia dell’Isola. Così, anche a Caltanissetta, accendiamo i riflettori su uno spaccato di storia dell’architettura del Novecento, quello del Razionalismo, che ha giocato un ruolo importante anche nello sviluppo delle città siciliane. La mostra rende omaggio a schiere di giovani professionisti che, ormai un secolo fa, ridisegnarono il profilo dei nostri centri urbani a cavallo tra le due guerre, con stile e approccio nuovo e, per certi versi, ancora attuale. Il nostro intento non è quindi solo celebrativo ma anche di riflessione, sulle dinamiche di crescita urbanistica e di tutela di un patrimonio monumentale che va meglio conosciuto e valorizzato come stiamo già facendo con l’edilizia sacra, i teatri storici e quelli di pietra».
«L’esposizione – sottolinea l’assessore ai Beni culturali, Samonà – approfondisce e documenta i temi specifici dell’architettura negli anni Venti e Trenta dello scorso secolo in provincia di Caltanissetta, mettendo in luce l’attività di architetti, ingegneri e maestranze, che con le loro opere hanno determinato un radicale cambiamento nel panorama urbanistico del tempo, conferendo un nuovo volto alla città e al suo territorio. Rileggere oggi le scelte architettoniche e stilistiche di quei tempi è un’operazione che ci aiuta anche a focalizzare l’attenzione sul successivo sviluppo edilizio irrazionale e sulla necessità di pensare e ripensare il futuro delle nostre città secondo nuovi modelli e una visione che restituisca dignità e vivibilità ai contesti urbani».
SCHEDA STORICA
Quello a cavallo tra le due guerre è un periodo ricco di importanti fermenti culturali caratterizzati da un’atmosfera di grande rinascita; vengono realizzate moderne reti infrastrutturali e nuove tipologie edilizie: stazioni ferroviarie, edifici governativi e per l’educazione, edifici postali, banche, impianti sportivi, abitazioni popolari e residenziali.
E anche a Caltanissetta viene avviata una produzione architettonica di elevata qualità sia nel settore delle opere pubbliche che private. Gli edifici più rappresentativi sono realizzati in aree strategiche del tessuto urbano, al fine di contribuire, attraverso l’imponenza architettonica, al rinnovamento e alla trasformazione della “nuova” città.
Tra le moderne tipologie edilizie si evidenzia la realizzazione di due strutture sanitarie: l’ospedale sanatoriale “Dubini” (1933), allora tra i più attrezzati e moderni d’Italia per la cura della tubercolosi, e la clinica “Ballati” (1930), oggi non più esistente, opera dell’architetto nisseno Salvatore Cardella. Tra gli architetti più attivi del tempo ricordiamo Antonio Zanca, progettista della sede del Banco di Sicilia, coadiuvato da Pietro Bevilacqua per la decorazione delle raffinate vetrate in stile liberty, e Salvatore Cardella, autore di due imponenti edifici in stile razionalista nel nuovo asse viario di viale Regina Margherita, la Casa Littoria (oggi Palazzo degli Uffici Finanziari) e il Palazzo Provinciale degli Studi (attuale sede dell’Istituto Mario Rapisardi). Ricordiamo inoltre il noto architetto viterbese Franco Petrucci, progettista della Casa del Balilla (divenuta poi sede della Gil) e l’eclettico artista Gino Morici, a cui si deve l’apparato decorativo del Palazzo delle Poste nisseno. L’attività edilizia di professionisti illustri come quelli sopra citati determina, a Caltanissetta, la compresenza di più caratteri stilistici, tra i quali l’eclettismo misto a neoclassicismo del Palazzo delle Poste e del Banco di Sicilia, in linea con un filone diffuso nel resto dell’Isola nel primo ventennio. Nell’edilizia privata si ricordano le ville suburbane Fiocchi e Pucci, dove riecheggiano motivi liberty.
Anche imponenti opere infrastrutturali vengono realizzate nel territorio nisseno; di particolare rilevanza è la realizzazione della galleria ferroviaria elicoidale Sommatino-Riesi e la bonifica della piana di Gela, zona di grande interesse agricolo resa irrigua grazie allo sbarramento del torrente Disueri.
La mostra è articolata in sei sezioni che affrontano tutti gli aspetti della produzione: Edilizia pubblica, Edilizia privata, Edilizia ecclesiastica, Borghi rurali, Città-giardino, Concorsi di architettura.
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