Due donne sole e felici, negli stessi anni ma all’insaputa l’una dell’altra, tentano vie diverse per reclamare le proprie libertà. Lo fanno a modo loro: Alfonsina Strada sulla bicicletta e Tina Modotti attraverso la sua macchina fotografica. Due storie parallele che raccontano l’idea di seguire un sogno personale e il coraggio di superare i pregiudizi, due biografie che solo sulla scena si intrecciano e diventano incontro, facendo sì che una storia antica riviva e ritrovi nel presente nuovi significati e nuove sfumature emotive.
Tina&Alfonsina, scritto da Claudio Fava e diretto da Veronica Cruciani, produzione del Teatro Stabile di Catania, in scena in Sala Verga dal 10 al 19 dicembre, continua ad approfondire il filone dedicato alla presenza femminile nella storia che è tra quelli più caratterizzanti della Stagione 21/22.
«Un filone – spiega la direttrice Laura Sicignano – a cui in questi anni abbiamo sempre dedicato grande attenzione e a cui questo testo di Claudio Fava aggiunge il carattere di una scrittura particolarmente originale, tessuta sul dialogo impossibile tra queste due donne che nella storia non si sono mai incontrate. Il taglio altrettanto innovativo che Veronica Cruciani ha scelto per la sua proposta di regia aggiunge allo spettacolo un altro livello di forte contemporaneità».
«Le due attrici Francesca Ciocchetti e Aglaia Mora – spiega proprio Veronica Cruciani – oltre a interpretare Tina Modotti e Alfonsina Strada, in un continuo gioco dialettico tra realtà e finzione, in scena osservano ed elaborano frammenti di un documentario sui due personaggi storici, diventandone di volta in volta le registe, le protagoniste, le interpreti, le autrici, le montatrici. La scena ideata da Paola Villani, scenografa, segue questo andamento proponendo un ‘dentro’ che è di fatto una camera di registrazione, un frame luminoso dichiarato sul palco, all’interno del quale vengono fatte rivivere le due figure storiche; e un ‘fuori’ che lascia spazio, alle attrici, di proporsi in una dimensione presente e prossima allo spettatore. La drammaturgia sonora, affidata all’artista visivo John Cascone, farà convivere questi livelli con un muro di casse, incombente, alle loro spalle, che, oggi come ieri, riporta in scena le voci dello stereotipo, del pubblico che guarda e non capisce, e piuttosto che affrontare il diverso, lo addita e lo scredita. Lorenzo Letizia, video maker, attraverso un lavoro di regia live e immagini video preregistrate, aiuterà a far emergere questo meccanismo scenico capace di rendere accattivante la dinamica tra la persona-attrice e il personaggio. Questo dispositivo prismatico – conclude Cruciani – permetterà di instaurare una riflessione sia sulla rappresentazione di due icone della cultura novecentesca, sul loro essere corpi, immagini, segni, idee, pelle, puro evento, sia su come le donne intraprendendo strade non comuni siano, anche nel nostro presente, discriminate».
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