Lunedì 21 febbraio dalle 17 alle 19 a cura dell’Ufficio Alunni Stranieri del Comune di Ferrara e coop. Cidas
In occasione della Giornata internazionale della lingua madre (21 febbraio), istituita dall’UNESCO nel 1999 e successivamente approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Ufficio alunni stranieri del Comune di Ferrara organizza, in collaborazione con la coop. Cidas, un seminario on line di riflessione sull’importanza della lingua materna, costitutiva dello psichismo e dell’identità soggettiva, lingua di risonanze intime, sensoriali e affettive, attraverso cui impariamo a raccontare e riconoscere il mondo nelle sue declinazioni culturali locali. Il seminario, in programma dalle 17 alle 19 ha per tema “La lingua madre e le sfide del plurilinguismo nelle terre di migrazione”.
In particolare nel seminario si approfondirà il significato delle lingue madri nelle traiettorie di vita dei migranti, veicoli di trasmissione culturale intergenerazionale e di mantenimento di legami tra i figli nati nella migrazione e i parenti rimasti nei paesi di origine ma anche “case” interiori rassicuranti ove ritrovare sé stessi.
La valorizzazione delle lingue madri nei contesti plurilingue (come quelli delle società di immigrazione) è importante non solo per tutte le ragioni dette, ma anche per evitare le “patologie della vergogna” prodotte dalla discriminazione e umiliazione delle lingue dei migranti, come ci racconterà Francine Rosenbaum, etnologopedista svizzera, da anni impegnata a promuovere il riconoscimento delle risorse psicolinguistiche della lingua materna, da non considerare “un problema” ma aspetto fondante degli apprendimenti linguistici.
Anche l’italiano non è sfuggito all’emigrazione e alle stesse dinamiche delle lingue materne dei migranti, Per questo si è scelto il contributo di Roberta Ferroni (docente dell’Università di San Paolo) che affronterà alcuni aspetti dell’italiano degli emigrati italiani in Brasile di prima e seconda generazione e al suo ruolo in termini identitari.
Questa inversione di prospettiva crediamo permetterà di intendere meglio anche le condizioni degli alunni stranieri che abitano le nostre scuole e delle loro famiglie.
Per partecipare è necessario compilare entro il 18 febbraio 2022 il modulo di iscrizione al seguente link: https://forms.gle/HiSook8TsfSSyCRh6. Successivamente verrà inviato a tutti gli iscritti il link per accedere al meet
Da alcuni anni l’attenzione alle lingue di origine e la promozione del plurilinguismo è oggetto di attenzione da parte del mondo delle scuole dell’infanzia e delle biblioteche che si vanno attrezzando di scaffali multilingue. Segnaliamo in particolare il progetto “Mamma lingua. Storie per tutti, nessuno escluso (https://www.mammalingua.it/) che ha come obiettivo quello di diffondere la narrazione in più lingue, far scoprire ai bambini italiani che esistono lingue differenti dalla propria e valorizzare la lingua madre dei bambini con genitori stranieri. Per questa ragione, accanto al webinar, rivolto al mondo della scuola e a tutte le figure professionali che operano nei contesti scolastici, l’Ufficio alunni stranieri in collaborazione con le Biblioteche di Ferrara e coop. Cidas, promuove “I colori delle parole”, due incontri di Letture dal mondo e laboratori ludici per bambini 4-7 anni, con la presenza di 4 mediatrici interculturali che accompagneranno le operatrici delle biblioteche alla biblioteca Bassani (sabato 19 febbraio alle 10) e alla biblioteca Casa Niccolini (sabato 26 febbraio alle 10).
Il Manifesto “Mamma lingua. Storie per tutti, nessuno escluso” scritto da Graziella Favaro rappresenta in 10 punti le finalità del progetto Mamma Lingua.Storie per tutti, nessuno escluso – di Graziella Favaro
Tutti i bambini hanno bisogno di storie.
Hanno bisogno di storie per immaginare e per ricordare; storie da ascoltare e narrare; storie da condividere e custodire nel tempo. Le storie diventano casa e rifugio da abitare; diventano àncora e zattera ai quali appoggiarsi; sassolini e briciole per ritrovare il cammino. La narrazione e l’ascolto di storie hanno un ruolo centrale nella crescita e nello sviluppo – affettivo, cognitivo e linguistico – di tutti i bambini. Nessuno escluso.
Nella migrazione, vi è il rischio di crescere con poche parole.
I bambini figli di immigrati rischiano di crescere con meno storie e ciò avviene per vari motivi: l’assenza nel Paese di immigrazione della generazione dei nonni e della famiglia allargata; la scarsa disponibilità di tempo che i genitori possono dedicare al racconto; l’assenza o la scarsità di libri e beni linguistici per i bambini in lingua madre.
In quale lingua narrare?
Un dubbio che complica ulteriormente la pratica narrativa dei genitori immigrati riguarda la scelta della lingua in cui raccontare o leggere al bambino. Vi è, da un lato, nella gran parte delle famiglie, la volontà e il desiderio di trasmettere la propria lingua ai figli. Dall’altro lato, i genitori ricevono spesso messaggi contrastanti o opposti che li invitano ad abbandonare la madrelingua a favore della seconda lingua. Anche se spesso la loro competenza in italiano si presenta impoverita e ridotta.
La lingua materna è una casa.
Molti operatori ed educatori ritengono ancora che i bambini non possano crescere bilingui e di conseguenza consigliano i genitori immigrati di abbandonare la lingua di casa. Questo rischia di creare una cesura – affettiva, non solo linguistica – fra le generazioni, oltre che trasmettere una lingua impoverita e legnosa. La lingua materna è come la casa; non è un vestito o un guanto che si tolgono e che si mettono; essa permea profondamente la storia e l’identità personale.
Ogni lingua vale.
Non ci sono lingue di serie A e di serie B; tutte sono preziose e valgono la pena di essere trasmesse. Crescere bilingue rappresenta un’opportunità: vuol dire sviluppare un pensiero più aperto e creativo, apprendere più facilmente altri idiomi, sviluppare punti di vista differenti sul mondo. L’apprendimento di qualità dell’italiano come seconda lingua è compito e traguardo della scuola. Compito delle famiglie è quello di creare le condizioni per la trasmissione e lo sviluppo della lingua madre. Anche grazie a un ambiente ricco di narrazioni.
Crescere un figlio altrove implica scelte e fatiche aggiuntive.
I genitori che crescono il figlio in un contesto di migrazione si trovano a dover elaborare e gestire in solitudine scelte e strategie che i genitori autoctoni non sono chiamati a fare e che l’ambiente esterno non sostiene. Oltre a mantenere con tenacia e pazienza la comunicazione in lingua madre, essi devono proporre al bambino stimoli narrativi ricchi e coinvolgenti, quotidiani e interessanti. Questo perché è solo grazie alla lingua delle storie e del piacere che i piccoli possono arricchire il vocabolario e strutturare la lingua.
Arricchire l’ambiente familiare con libri e storie.
Per sostenere la fatica dei genitori a crescere i figli altrove e attenuare la loro solitudine, è importante che essi possano contare su risorse, libri, materiali e beni linguistici in lingua madre ai quali attingere per arricchire e ampliare i racconti familiari. E’ più facile che ciò avvenga nelle situazioni in cui vi sono comunità nazionali più vaste che possono auto-organizzarsi; più difficile nei casi di famiglie immigrate isolate e sparse sul territorio.
La presenza di libri in lingua madre nelle biblioteche dà un messaggio di valorizzazione della lingua madre.
Il fatto che nella biblioteca pubblica – luogo valorizzato e riconosciuto – siano presenti libri nella propria lingua madre dà ai bambini figli di immigrati un messaggio immediato di valorizzazione del codice materno, spesso ignorato o svalorizzato, e della propria appartenenza, in generale. Nello stesso tempo, questa presenza trasmette a tutti i bambini e genitori autoctoni il messaggio simbolico e importante che ogni lingua e cultura hanno valore.
La narrazione in lingua materna sostiene anche l’acquisizione della seconda lingua.
Un bambino che ha sviluppato una buona comunicazione in famiglia nella lingua materna sviluppa, in genere, anche una maggiore autostima e può apprendere l’italiano in maniera positiva, senza dimenticare l’idioma di origine. Le competenze che un bambino sedimenta in lingua madre, col tempo, si trasferiscono anche nella nuova lingua, e viceversa, grazie al processo di transfer che sempre intercorre tra i codici. Così, un bambino che ha sedimentato e custodisce dentro di sé una riserva di storie e racconti in lingua madre farà spazio più facilmente alle nuove storie da scambiare e da condividere.
Gettare ponti di parole tra la lingua di casa e quella del Paese in cui si cresce.
Le narrazioni e le storie rappresentano dei ponti e dei fili che legano le infanzie e che creano comunità narrative. Accanto alla lingua madre, si fa spazio, grazie ai libri e ai racconti, la lingua del Paese in cui si cresce con nuove scoperte e nuove parole.
Il manifesto è stato distribuito in larga scala su tutto il territorio nazionale alle biblioteche, alle scuole, agli studi pediatrici, alle associazioni affinché il messaggio di Mamma lingua sia diffuso quanto più possibile per sensibilizzare le famiglie straniere e italiane.
La versione del Manifesto è disponibile sul sito di Mamma lingua in 15 diverse lingue.
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