Quando hai iniziato a fare musica?
Nel 2008, ricordo ancora la recita di fine anno scolastico.
Avevamo formato una band con quelli della classe e ritrovarmi davanti a un microfono con la scuola intera sotto a un palchetto instabile di legno, è stata penso la mia prima emozione indescrivibile.
Ricordo ancora la frase di un bullo dopo l’esibizione “Michael, malgrado tu sia un coglione perlomeno cantare ti riesce bene”.
Ero consapevole di aver fatto centro, da quel giorno sposai il sogno di diventare un cantante.
Come descriveresti “Rifacciamo le 6” in 3 parole?
Un viaggio interiore
Hai mai pensato di prendere parte ad un talent show?
Si assolutamente, sono percorsi però che a mio onesto parere vanno studiati e ragionati bene, possono offrirti una vetrina pazzesca come un flop totale se non hai un progetto solido e studiato a tavolino.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Ascolto un po’ di tutto, qualsiasi genere.
Nasco con il pop degli 883 che non ho mai abbandonato, mi sono avvicinato al pop/rock con le band per poi tuffarmi nel mondo del rap. Direi che non c’è un artista di rifermento, vado a periodi
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